Ci sono molti dati sulla geolocalizzazione delle persone tanto da farlo diventare un verso business: di parla di un fenomeno da circa dieci miliardi di dollari.
Un approfondimento da Motherboard si concentra invece sul business legato alla possibilità di reperire da parte di privati i dati sulle geolocalizzazioni di altri smartphone, partendo dalle informazioni dei gestori telefonici.
Le principali compagnie telefoniche sotto inchiesta sono AT&T, T-Mobile e Sprint, queste società rivendono i dati di geolocalizzazione a terzi avuti in base alla cella telefonica di aggancio durante una comune chiamata.
Tra le compagnie con cui sono condivisi i dati abbiamo Zumigo, che a sua volta in collaborazione con MicroBilt, società che mette a disposizione uno strumento per tracciare la geolocalizzazione degli smartphone.
La risposta degli operatori in questione è semplice: tutti hanno sottolineato di non avere alcun legame con MicroBilt,.
T-Mobile invece annuncia che la stessa Zumigo ha interrotto la condivisione degli utenti con la società.
AT&T invece ha descritto che le pratiche nell’inchiesta violano le norme sulla privacy disposte dall’azienda perché la condivisione di questi dati deve avvenire necessariamente con l’approvazione da parte del cliente.
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